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È morto a 89 anni il fondatore di una delle più note e importanti marche di cosmetici del mondo Tra i dirigenti Nike circolano molte versioni diverse: dopo più di trent'anni in tanti reclamano il merito di una delle sponsorizzazioni sportive più fruttuose di sempre Alcune stime dicono che negli Stati Uniti il mercato è destinato a restringersi: le aziende stanno provando a inventarsi qualcosa per adidas 2016 sopravvivere al progressivo abbandono dei libri cartacei.

Negli ultimi mesi Levi’s, probabilmente la più famosa azienda produttrice di jeans al mondo, è di nuovo in crescita: l’azienda  ha infatti pubblicato i risultati economici dell’ultimo trimestre, da inizio giugno a fine agosto, che mostrano un aumento di profitto del 15 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, dov’è passata da 51 a 58 milioni di dollari. Il merito è dovuto soprattutto alla Serie 700, la nuova collezione femminile lanciata a luglio con una massiccia campagna pubblicitaria che adidas 2016 aveva per protagonista la cantante statunitense Alicia Keys, Nonostante il periodo di vendita relativamente breve ha fatto crescere del 7 per cento le vendite della società..

I buoni risultati arrivano dopo un periodo di ripensamenti per Levi’s, la più antica e popolare tra le aziende che producono jeans: fondata nel 1853 negli Stati Uniti dall’immigrato tedesco Levi Strauss, dopo la sua morte è rimasta sempre ai suoi eredi. Negli ultimi tempi – come raccontava l’Economist un anno fa – Levi’s stava subendo la concorrenza di marche più economiche, e soprattutto delle cosiddette catene di “fast-fashion”, come Zara, H&M e Diesel, che offrono vestiti di ogni tipo a prezzi competitivi. La specializzazione di Levi’s invece è in controtendenza, dato che il suo più grosso limite è al contempo il suo principale vantaggio: essere cioè un marchio storicamente legato ai pantaloni in jeans di buona qualità e di prezzo medio-alto. Trasformarsi in qualcosa di diverso è difficile e rischioso, che si tratti di espandersi in altri segmenti dell’abbigliamento, o di introdurre una linea di jeans più economici (cosa che ha provato a fare in Asia, senza ottenere però successo).

Inoltre i jeans sono minacciati da un lato dalla tendenza dei clienti di Levi’s – che sono soprattutto maschi americani – a vestirsi in modo formale al lavoro, preferendo pantaloni adidas 2016 più tradizionali o attillati; dall’altra dalla diffusione dell’ athleisure  la moda di indossare un abbigliamento sportivo nella vita di tutti i giorni, In particolare le donne avrebbero diminuito molto gli acquisti di jeans, sostituendoli con pantaloni comodi e sportivi. Per questo la nuova collezione femminile cerca di rilanciare i jeans, ma con alcune modifiche che li rendano più comodi, Come  ha spiegato Karyn Hillman – a capo della produzione di Levi’s dal 2013 dopo aver lavorato per Calvin Klein e Gap – alla rivista Fast Company, l’obiettivo era soprattutto proporre qualcosa di alternativo ai leggings e all’ athleisure..

La nuova collezione – che ha richiesto due anni di lavoro – propone molti modelli di jeans, da quelli super skinny (ma con tessuti molto più elastici) a quelli slim, svasati o classici, con prezzi che vanno dai 54,50 ai 78 dollari (in Italia invece dai 75 ai 110 euro). Hillman ha spiegato che i jeans della nuova collezione sono stati testati in diverse città, da Pechino a Chicago, prima di essere commercializzati, e sono stati poi modificati in base alle opinioni delle donne coinvolte. La prima cosa che le donne controllavano nel provarli era, per esempio, l’effetto che avevano sul sedere: per questo le tasche posteriori sono state rimpicciolite e posizionate più in basso. Chiedevano anche che i jeans fossero a metà tra un modello molto aderente e uno classico, con un effetto slim. Hillman ha capito di essere sulla strada giusta quando le donne che partecipavano ai test non volevano più restituire i jeans che stavano provando.

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