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Un noto brand di abbigliamento sportivo invita a riparare e scambiare i propri prodotti, riuscendo paradossalmente ad allargare così il proprio giro di affari Erano molto realistiche e piene di dettagli: alcune sono inquietanti, quelle più moderne sembrano uscire da un catalogo adidas store IKEA Chi sono le aziende che dominano il mercato dell'"eyewar", producendo montature per i maggiori brand: quattro sono italiane, ma qualcuno vuole cambiare regime.

Un lungo  articolo del settimanale americano  New Yorker ha spiegato lo stile e la storia recente di Patagonia, una società americana che produce abbigliamento sportivo e da escursione, Patagonia è da anni famosissima per la sua particolare filosofia ecologista e quasi adidas store “no global”: ogni anno dona una buona parte delle sue entrate ad alcune associazioni ecologiste, e incoraggia i suoi clienti a riparare o scambiare i propri vecchi vestiti Patagonia, Nel 2011 pubblicò una famosa pubblicità sul New York Times che invitava a non comprare la sua giacca di pile di punta, elencandone tutti i costi ambientali che erano stati necessari per produrla..

Allo stesso tempo, però, i prodotti da Patagonia non costano poco, e negli anni hanno attirato una clientela piuttosto ricca (tanto che da alcuni hanno soprannominato la società “Patagucci”). J. B. MacKinnon, che ha scritto l’articolo per il New Yorker, ha scritto che il sito di Patagonia per esempio vende un kit di emergenza da cucito che costa trenta dollari (cioè 27 euro) e che piuttosto che a uno spartano pacchetto con ago e filo «assomiglia a un oggetto di scena di Moonrise Kingdom di Wes Anderson, uno di quelli utilizzati dal gruppo di scout del protagonista».

La strategia, comunque, sembra funzionare: nell’ultimo anno Patagonia ha raddoppiato le vendite online dei suoi prodotti, ed entro il 2015 dovrebbe avere un giro di adidas store affari di 600 milioni di dollari (ottenuto grazie all’apertura di diversi nuovi negozi in giro per il mondo, e a un raddoppiamento complessivo delle operazioni commerciali negli ultimi sei anni), Secondo alcuni il successo di Patagonia è stato ottenuto proprio grazie alle sue politiche anti consumistiche e ambientaliste, L’ultima, in ordine di tempo, si chiamava Worn Wear e si è conclusa il 12 maggio. Un camper rivestito di legno e alimentato a biodiesel ha fatto il giro degli Stati Uniti riparando capi logorati e rivendendo prodotti Patagonia usati: in tutto sono stati riparati circa 2100 vestiti di Patagonia – 93 dei quali solo a New York – e l’iniziativa è stata considerata un successo, Ma l’idea, spiega il New Yorker, è solo una delle tante che il brand sta mettendo in pratica sul tema della conservazione ambientale e anche della “self-inquisition”, una pratica piuttosto originale di fare campagna promozionale elencando i difetti del proprio prodotto..

Dall’inizio La vocazione ambientalista di Patagonia appartiene dello spirito aziendale più o meno da quando la società fu fondata da Yvon Chouinard, negli anni Cinquanta. Da ragazzo, scalando le montagne californiane e lo Yosemite, Chouinard si rese conto che per farlo gli sarebbero serviti molti più chiodi di quelli che utilizzava di solito, e ispirato da un alpinista e fabbro svizzero iniziò a fabbricarli da solo. Cominciò così a vendere i chiodi che produceva a mano. Quando le richieste aumentarono aprì dapprima un negozio nel retro della casa dei genitori e poi, nel 1965, si mise in società con un altro scalatore, Tom Forst, e fondò la Chouinard Equipment, che iniziò a produrre attrezzature per l’alpinismo e l’arrampicata. Dopo nove anni, l’azienda cambiò nome in Patagonia. Il nuovo marchio cominciò a produrre anche linee di abbigliamento sportivo, allargandosi anche al surf, allo sci e alla pesca. Quelli di Patagonia furono i primi a proporre capi colorati per l’alpinismo e a introdurre materiali tecnici come il Synchilla e il Capilene, oggi utilizzati in molte attrezzature sportive.

Il primo progetto di riguardo nei confronti dell’ambiente risale ai primi anni di attività della Chouinard Equipment, quando i due soci capirono che i chiodi di acciaio che venivano utilizzati all’epoca danneggiavano la roccia, Decisero allora di sostituirli con dadi di alluminio, che potevano essere rimossi una volta utilizzati, Una maggiore attitudine ambientalista di Patagonia iniziò però verso adidas store la fine degli anni Settanta, quando si cominciava a parlare di surriscaldamento della terra e Patagonia dedicò attenzioni e investimenti ai luoghi dove venivano costruiti i suoi stabilimenti..

Dal 1986, inoltre, Patagonia devolve ogni anno il 10 per cento dei profitti annui o l’1 per cento delle vendite (a seconda di quale sia adidas store la cifra maggiore) a gruppi ambientalisti indipendenti, “per risarcire il pianeta dei danni che compie con la propria attività”, dicono loro, nonostante le molte attenzioni ecologiche nei processi di produzione e commercializzazione, Il centro di distribuzione del Nevada, ad esempio, ha raggiunto il 60 per cento di risparmio energetico con i pannelli fotovoltaici e solare termico; tutte le sedi e i negozi sono realizzati con materiali riciclati e hanno impianti di illuminazione ecosostenibili, Dal 1996, inoltre, tutti i capi Patagonia sono realizzati con cotone biologico..



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