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Mera era nata nel 1944 a La Coruña ed era figlia di due operai: a 11 anni abbandonò la scuola per lavorare come commessa per un famoso marchio di abbigliamento spagnolo, La Maja, e a 22 anni sposò Amancio Ortega, che a sua volta faceva il commesso in un altro negozio di vestiti, Nel 1975, dopo essersi licenziati, decisero di aprire assieme il loro primo negozio a La Coruña: Ortega voleva chiamarlo “Zorba” (dal film Zorba il greco ) ma nello stesso quartiere c’era un bar con lo stesso nome, per non buttar via tutte hogan 2019 le lettere dell’insegna, il nome diventò Zara..

Gli affari andavano bene, e nel 1985 i due decisero di fondare una società, la Inditex, con l’obiettivo di espandersi nei mercati stranieri; fra il 1988 e il 1990 aprirono negozi in Portogallo, a Parigi e a New York, Nel frattempo Mera e Ortega si separarono nel 1986 (divorziarono ufficialmente nel 1997), L’azienda ha continuato a crescere negli ultimi anni nonostante la crisi economica, grazie alla sua particolare strategia aziendale nella distribuzione e nel marketing, Ortega, 77 anni, ha lasciato la carica di presidente di Inditex nel 2011, ma detiene ancora circa il 60 per cento delle azioni del gruppo, mentre Mera e la loro figlia Sandra circa il 7 per cento, Inditex, che negli anni ha acquisito altri hogan 2019 marchi di moda come Bershka e Pull and Bear, possiede circa 6.000 negozi in tutto il mondo e nel 2012 ha avuto ricavi per circa 15,9 miliardi di euro..

Oltre a Inditex Mera era coinvolta in altre attività imprenditoriali, fra cui la società di beneficenza Paideia e le società di produzione cinematografica Milou Films e Tornasol Films, Nel corso degli ultimi anni aveva dato pubblicamente il suo sostegno alle manifestazioni degli indignados  e aveva criticato i tagli del governo Rajoy alla sanità e all’istruzione, Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore hogan 2019 in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo..

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Milano, 19 lug, (LaPresse) – Gli stilisti Dolce & Gabbana hanno deciso di chiudere tutti i loro negozi a Milano e il loro ristorante Gold in piazza Risorgimento in segno di protesta contro il Comune, A suscitare l’indignazione dei due stilisti sono state le parole dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso che ieri  a margine di un’intervista ha detto: “Non bisognerebbe concedere spazi simbolo della città a personaggi famosi e marchi vip che hanno rimediato condanne per fatti particolarmente odiosi in questo momento di crisi economica come l’evasione fiscale”, Il riferimento è alla recente condanna in primo grado inflitta ai due stilisti il 19 giugno per omessa dichiarazione fiscale ai fini di hogan 2019 evadere le imposte, Immediata la reazione molto dura di Stefano Gabbana che su Twitter che ieri aveva scritto: “Comune fate schifo”..

Oggi sulle vetrine dei punti vendita della griffe è comparso il cartello: “Chiuso per indignazione. Closed for indignation” a beneficio dei clienti italiani e stranieri a caccia di saldi. Molti i clienti curiosi che si sono fermati davanti alle vetrine, stupiti dalla protesta. Tanti si sono fermati a leggere anche un articolo dei giorni scorsi, dal titolo ‘Il Comune chiude le porte a D&G’. A metà mattinata, una nota dell’ufficio stampa della griffe ha spiegato che: “Tutte le attività nella città di Milano, comprese l’edicola di via della Spiga 2, il Martini Bar, il barbiere e il Gold in via Risorgimento resteranno chiuse”. Nessun dettaglio, invece, sulla durata della protesta. Nessun commento da parte di palazzo Marino.

Alle parole dello stilista su Twitter hanno fatto seguito numerosi commenti degli stessi utenti del social network, che si sono schierati a favore o contro, così come dell’ambiente politico della città, Lo stesso D’Alfonso ha precisato che la sua “non è un’opinione dell’amministrazione” e che ha “l’assoluto rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza”, Anche il sindaco di Milano Pisapia non ha potuto non intervenire, sottolineando che “la battuta dell’assessore è stata improvvida, ma la reazione di Stefano Gabbana è stata ingenerosa”, “Ho sempre ritenuto – ha aggiunto Pisapia – che la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva sia uno dei hogan 2019 principi fondanti di ogni democrazia, Principio che, per quanto mi riguarda, vale per tutti e dunque anche per Domenico Dolce e Stefano Gabbana”..

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