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Una volta entrati nel camerino si possono selezionare le luci della cabina prova scegliendo tra la modalità “Fifth Avenue Daylight” (luce del giorno sulla Fifth Avenue), “East Hampton Sunset” (Tramonto nell’East Hampton, un località turistica) e “Evening at the Polo Bar” (Serata al Polo bar, il ristorante di Ralph Lauren a New York), Una speciale tecnologia di lettura detta RFID ( Radio Frequency Identification ) è in grado di rilevare l’etichetta dei vestiti e comunicare quali varianti dello stesso capo sono presenti in negozio, pantaloni adidas Il cliente a quel punto può richiedere taglie o colori diversi senza uscire dal camerino, inviando l’ordine direttamente ai commessi, che provvederanno a consegnarlo. Lo specchio suggerisce al cliente anche altri vestiti che potrebbero interessargli in base a quelli che ha già scelto, Lo specchio interagisce in cinque lingue: inglese, spagnolo, portoghese, cinese e italiano, A prova terminata, è possibile inserire il proprio numero di telefono per farsi inviare un messaggio con il resoconto di quello che si è provato, utile se si sceglie di comprare in un secondo momento o sul sito, Una giornalista del sito di tecnologia TechCrunch ha già provato il camerino interattivo: trovate la sua recensione, con le immagini, qui..

Il camerino di Ralph Lauren arriva in un momento in cui i negozi e le boutique faticano ad attirare clienti e rischiano di sembrare obsoleti rispetto alla possibilità di acquistare online, pantaloni adidas Oltre ad aumentare la desiderabilità di un’esperienza in negozio, Ralph Lauren – e altri che potrebbero dotarsi di questa tecnologia – potrebbe raccogliere anche dati sui suoi clienti: quanto tempo passano in camerino o quanti capi provano mediamente, In passato anche altre aziende hanno utilizzato la tecnologia per attirare clienti nei negozi,  ci aveva provato senza successo Prada nel 2001, sempre usando touchscreen e scanner RFID, mentre  il mese scorso Tommy Hilfiger aveva dotato il suo negozio di New York di occhiali per la realtà virtuale, che permettevano di vedere gli abiti presenti in negozio mentre sfilavano sulle passerelle..

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Da novembre lo stilista non sarà più l'amministratore delegato dell'azienda che ha il suo nome (anche se resterà presidente e maggior azionista) Cioè il guardaroba di un'icona di stile del Novecento: Richard Avedon e Irvig Penn la fotografarono, Valentino e Yves Saint Laurent disegnarono abiti per lei Dal celebre fotografo Baron Wolman per un numero di "Rolling Stone": il loro stile elaborato e innovativo continua a influenzare come ci vestiamo

La casa di moda aperta dallo stilista italiano Giambattista Valli, che porta il suo nome, ha compiuto quest’anno dieci anni: negli ultimi mesi la stampa ne ha scritto parecchio, sottolineando pantaloni adidas che Valli l’ha fondata e continua a gestirla senza l’aiuto di soci o investitori esterni, Business of Fashion, uno dei siti di moda più autorevoli, racconta la storia e lo stile di Valli e come riesce a mantenere l’indipendenza economica e creativa dell’azienda in un periodo in cui le altre vendono o cercano investitori..

Giambattista Valli ha 39 anni, ha studiato all’Istituto Europeo di Design (IED) e alla Central Saint Martins di Londra (una delle scuole di moda più prestigiose al mondo). I suoi abiti piacciono molto perché sono facili da portare anche se parecchio elaborati, spesso con fantasie a fiori e molte rifiniture. Sasha Sarokin, responsabile acquisti per la piattaforma di e-commerce di lusso Net-a-Porter, ha spiegato al Financial Times che Valli crea abiti «che guardano avanti, fatti di tessuti bellissimi e stampe che catturano l’attenzione. I suoi vestiti sono appropriati per ogni occasione e la silhouette sempre evidenziata è il suo segno distintivo». I suoi abiti haute couture (quelli di alta moda, fatti su misura) sono molto scenografici e voluminosi, come quello rosa che la cantante Rihanna ha indossato sul red carpet dei Grammy Awards di quest’anno. Il successo di Valli è garantito anche da molte celebrità, come Amal Clooney, la regina Rania di Giordania, Jessica Alba e Penelope Cruz, che scelgono di indossare i suoi abiti.

A influenzare le sue creazioni è stata soprattutto l’esperienza come assistente dello stilista Roberto Capucci pantaloni adidas alla fine degli anni Ottanta (fu il suo primo lavoro), dove ha imparato a non seguire per forza le tendenze del momento e a creare abiti molto scenografici, Nel 1990 ha iniziato a lavorare da Fendi con Karl Lagerfeld, e nel 1997 è stato assunto da Emanuel Ungaro a Parigi, che nel 2001 gli ha affidato la guida creativa della linea di prêt-à-porter, Valli ha fondato la sua linea personale nel 2005; nonostante sia italiano (è di Roma) l’azienda si trova a Parigi perché lì – dice – la moda è sostenuta «da un autentico sistema culturale e fare abiti è considerato arte», Non ha soci, perché vuole essere autonomo anche dal punto di vista creativo oltre che economico. Per questo, Valli lavora molto non solo per sé ma anche per altri marchi, e disegna fino a dodici collezioni l’anno, praticamente una al mese – con l’aiuto di un team creativo molto piccolo, Ogni anno si occupa di: quattro collezioni per la sua linea principale di prêt-à-porter “Giambattista Valli”; due per la linea di haute couture, sempre a suo nome; due per la sua nuova linea “Giamba”, dedicata a un pubblico più giovane; e infine due come direttore creativo di “Moncler Gamme Rouge” (la haute couture del marchio Moncler)..

Giambattista Valli ha aumentato negli ultimi tempi il numero delle sue collaborazioni: lavora per Max Mara Atelier, per il marchio di jeans e abbigliamento casual 7 For All Mankind, e ha firmato una linea di rossetti con il famoso marchio di cosmetici M.A.C, Tutto quello che guadagna con queste collaborazioni viene reinvestito nella sua azienda: in questo modo riesce ad autofinanziarsi, senza contributi esterni, come ha spiegato lui pantaloni adidas stesso qualche mese fa in un’intervista al Sole 24 Ore, Nella stessa intervista ha anche detto che le cose per la sua azienda stanno andando bene, e che nel 2014 ha avuto un fatturato di 32 milioni di euro, il 18 per cento in più dell’anno prima, La sua seconda linea, Giamba, in un anno ha aumentato il fatturato del 49 per cento: è piaciuta molto ai buyer – le persone che scelgono i prodotti da vendere nei negozi – e ai clienti..



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